L’acquisto di un’auto rappresenta da sempre uno dei principali investimenti per le famiglie italiane. Tuttavia, il divario tra gli anni del boom economico e il 2024 è diventato evidente quando si analizza quante mensilità di stipendio servono per poter mettere le mani su un nuovo veicolo. Nel 1960, l’Italia stava vivendo un periodo di grande crescita economica e il potere d’acquisto era decisamente superiore rispetto a quello attuale. Ma quante mensilità sono necessarie oggi per acquistare un’auto nuova? E come si confronta con il passato?
Indice dei contenuti
Il contesto del 1960: Boom economico e potere d’acquisto
Nel 1960, l’Italia stava attraversando il celebre “boom economico”, un periodo di sviluppo senza precedenti. Gli stipendi erano più bassi rispetto ad oggi, ma la tassazione era più leggera e il costo della vita era inferiore, consentendo ai lavoratori di acquistare beni di consumo con maggiore facilità. Tra questi beni di consumo, l’auto giocava un ruolo importante.
Un insegnante, una delle categorie di lavoratori meglio retribuite dell’epoca, poteva permettersi di acquistare un’utilitaria con meno di 12 mensilità di stipendio. Questo significa che con circa un anno di lavoro, si poteva portare a casa una Fiat 500, un modello che ha fatto storia e che, oggi, continua ad essere uno dei simboli dell’automobilismo italiano.
Il costo delle auto nel 2024: Una realtà molto diversa
Oggi, nel 2024, la situazione è ben diversa. Il prezzo medio di un’auto nuova si aggira attorno ai 30.000 euro, una cifra che per molte famiglie italiane è fuori portata. Se si considera che lo stipendio medio netto mensile è di circa 1.500 euro, servono ben 20 mensilità per acquistare una vettura di media gamma. Questo rappresenta un significativo peggioramento rispetto agli anni ’60.
Un esempio concreto è quello della Fiat 500, che nel 1960 poteva essere acquistata con meno di 12 mensilità di stipendio. Oggi, il modello base della Fiat 500 parte da circa 17.700 euro, il che richiede circa 12 mensilità nette di stipendio. Sebbene il numero di mensilità non sia drasticamente superiore rispetto al passato, è evidente che il potere d’acquisto è diminuito a causa del costo della vita e delle maggiori spese fisse.
Il caso delle utilitarie: Una categoria in via di estinzione
Un altro aspetto da considerare è la disponibilità di modelli accessibili. Nel 2012, il mercato delle utilitarie offriva ben 26 modelli diversi. Oggi, le city car sono sempre più rare, e solo pochi modelli come la Fiat Panda, la Hyundai i10 e la Kia Picanto sono ancora disponibili a prezzi relativamente accessibili.
Questa riduzione dell’offerta ha avuto un impatto diretto sul mercato automobilistico, con molte persone che si trovano costrette a optare per auto più grandi e costose, a volte anche a scapito di finanziamenti più onerosi.
L’evoluzione delle auto di lusso: Ferrari e Alfa Romeo
Non solo le auto di fascia media e bassa hanno visto aumentare il loro prezzo, ma anche le auto di lusso hanno subito un’impennata dei costi. Prendiamo ad esempio la Ferrari. Nel 1960, una Ferrari 250 GT, uno dei modelli più prestigiosi dell’epoca, richiedeva 91 mensilità di stipendio. Oggi, per acquistare una Ferrari Roma, servono circa 166 mensilità, una differenza abissale che riflette non solo l’aumento dei prezzi ma anche la maggiore disuguaglianza nei redditi.
Un altro esempio interessante è la Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, un’auto sportiva di grande successo. Nel 1960, per acquistarla servivano 43 mensilità di stipendio per un insegnante medio, mentre oggi ne servono 64. Questo incremento non riguarda solo le supercar, ma riflette un cambiamento generale nel mercato delle automobili di alta gamma.
La tassazione e il costo della vita: Fattori determinanti
Uno dei motivi principali per cui oggi acquistare un’auto è più costoso rispetto al passato è la tassazione e l’aumento del costo della vita. Negli anni ’60, le imposte erano decisamente più leggere e il reddito disponibile era maggiore, consentendo una spesa più flessibile per beni di consumo come le automobili.
Oggi, invece, le famiglie italiane devono fare i conti con un carico fiscale più pesante e una serie di spese fisse che erodono una buona parte del reddito disponibile. Questo rende l’acquisto di un’auto nuova un lusso per molti, soprattutto considerando che le auto tendono a svalutarsi rapidamente.
Quali sono le prospettive future?
Guardando al futuro, è difficile prevedere se la situazione migliorerà. Con l’aumento dei costi di produzione e delle materie prime, i prezzi delle auto potrebbero continuare a salire, mentre il potere d’acquisto dei consumatori potrebbe continuare a diminuire. Le case automobilistiche stanno cercando di ridurre i costi di produzione attraverso l’elettrificazione e l’uso di materiali più economici, ma è improbabile che questo possa portare a una riduzione significativa dei prezzi nel breve termine.
Un’altra possibilità è l’aumento delle vendite di auto usate, che possono rappresentare una valida alternativa per chi non può permettersi una vettura nuova. Tuttavia, anche il mercato dell’usato ha visto un aumento dei prezzi negli ultimi anni, rendendo difficile trovare occasioni vantaggiose.
Leggi anche: Toyota pronta a produrre batterie a stato solido: la rivoluzione elettrica è alle porte