Allineamento delle accise su diesel e benzina: cosa cambia entro il 2030

L'allineamento delle accise su diesel e benzina rappresenta un compromesso tra le esigenze fiscali e ambientali.

L’Italia si prepara a un cambiamento importante sul fronte delle accise: entro il 2030, le imposte su benzina e diesel saranno allineate. Questo processo, seppur graduale, avrà ripercussioni rilevanti per chi possiede un veicolo alimentato a diesel. Ma cosa significa esattamente questo allineamento e quali saranno le conseguenze per i consumatori?

Niente aumento improvviso: un cambiamento graduale

Contrariamente ai timori iniziali, non ci sarà un aumento improvviso delle accise sul diesel che avrebbe potuto far lievitare il prezzo di circa 10-11 centesimi al litro. Invece, si procederà con un allineamento progressivo che vedrà, ogni anno dal 2025 al 2030, un centesimo in più di accisa sul diesel e un centesimo in meno sulla benzina. Questo schema permetterà di evitare un impatto brusco sui prezzi, rendendo il cambiamento più digeribile per i consumatori.

Esclusione degli autotrasportatori

È importante sottolineare che gli autotrasportatori saranno esclusi da questa manovra. Il settore del trasporto su strada, essendo fortemente dipendente dal gasolio, avrebbe subito gravi ripercussioni da un incremento delle accise. Il governo ha quindi deciso di mantenere inalterata la situazione per questi operatori, consentendo loro di continuare a beneficiare di agevolazioni specifiche.

Un compromesso per ridurre le emissioni

Il motivo alla base di questa strategia non è solo economico, ma anche ambientale. L’Unione Europea ha spinto i governi a ridurre i sussidi dannosi per l’ambiente, e il gasolio, essendo più inquinante della benzina, è al centro di questa iniziativa. Storicamente, in Italia il diesel ha goduto di accise più basse per ragioni politiche, ma con l’obiettivo di ridurre le emissioni, l’Europa ha richiesto un graduale riallineamento delle tasse.

Perché il diesel costa meno della benzina?

La differenza di prezzo tra benzina e diesel è stata per lungo tempo una scelta politica. Il diesel, più inquinante della benzina, ha beneficiato di una tassazione inferiore per favorire la mobilità, in particolare nel settore del trasporto merci e in quello privato. Tuttavia, con la crescente attenzione verso l’ambiente e la necessità di ridurre le emissioni nocive, questa politica ha subito una revisione.

Impatti sul prezzo del carburante

Da un punto di vista pratico, i consumatori noteranno gradualmente il cambiamento nei prezzi. Ogni anno dal 2025 al 2030, il gasolio subirà un incremento di un centesimo per litro, mentre la benzina vedrà una riduzione speculare. Questo permetterà di arrivare a un equilibrio tra i due carburanti entro il 2030, senza un impatto immediato e traumatico per chi utilizza diesel.

L’obiettivo del governo

Il governo ha adottato questa strategia per diversi motivi: mantenere la stabilità fiscale senza sollevare polemiche immediate e rispettare le direttive europee in tema di tutela ambientale. Infatti, il fatto di poter affermare di non aver aumentato le accise in modo netto, ma di aver semplicemente riequilibrato la situazione tra benzina e diesel, rappresenta un vantaggio politico non indifferente.

Cosa ci aspetta nel futuro?

Se il processo di allineamento procederà come previsto, entro il 2030 le accise su diesel e benzina saranno perfettamente allineate. Questo porterà inevitabilmente a una riflessione più ampia sull’utilizzo del diesel come combustibile, soprattutto alla luce della transizione energetica e della crescente diffusione di veicoli elettrici. È possibile che il diesel, storicamente favorito, perda sempre più terreno nel mercato automobilistico.

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